Il Messaggero : in scena la graffiante satira di Karl Kraus ne GLI ULTIMI
GIORNI DELL’UMANITÀ, regia di Gianni Leonetti, con Beatrice Palme. Un’opera di
sconcertante attualità.
Avanti: …Non a caso, questa versione de Gli ultimi giorni
dell’umanità inizia con un video, sempre di Gianni Leonetti, ispirato a “L’uomo
senza qualità”, il capolavoro di Robert Musil (1880-1942), altro grande
scrittore e drammaturgo austriaco, affresco della civiltà contadina al
tramonto, mentre la nuova era industriale s’ impone con prepotenza. Il video di
Leonetti, con scenografie che ricordano, a tratti, quelle della “Metropolis”
(1926) di Fritz Lang, altro grande critico d’un possibile futuro disumano, si
sofferma sulla “Finis Austriae”, la graduale implosione dell’Impero pur considerato,
in passato, fucina della possibile integrazione di popoli tra loro molto
diversi…… La regìa di Leonetti, con un sapiente impiego di scene e costumi
(G.d.F.Studio), musiche originali (video di Marco Schiavoni), luci cupe e
penetranti (Giovanna Venzi) e illustrazioni video (Giampiero Wallnofer), ricrea
perfettamente l’atmosfera del dramma krausiano. Straordinari gli interpreti:
Beatrice Palme, poliedrica attrice di cinema, tv e teatro, Camillo Marcello
Ciorciaro, Federico Citracca, Fabiola Guacci, Francesca Di Meglio, Lorenzo
Sferra, Luisa Consalvo, Valter Tulli.
L'opinione della libertà: ...la regia di Gianni Leonetti decide
di selezionarne alcuni, per un ragionamento artistico e socio-politico che va
molto oltre una semplice rappresentazione, come lo fu per il film di denuncia “Uomini
contro”…Spettacolo bello, interessante e innovativo. Da non perdere, anche
perché Karl Klaus ci parla, come se fosse oggi, delle nostre piaghe
contemporanee, con due guerre in atto….
Succede oggi: ...oltre trenta anni dallo spettacolo-kolossal di Luca Ronconi nei
capannoni torinesi del Lingotto, ecco che un altro regista, Gianni Leonetti,
con alle spalle un interesse per il cosiddetto teatro dell’assurdo, coglie la
sfida e si misura con lo strabordante Gli ultimi giorni dell’umanità del
viennese Karl Kraus (1964-1936) facendone una mini edizione (che si replica a
Roma al Teatro Arcobaleno da venerdì a sabato prossimi) di poco più di un’ora,
oltre un cortometraggio (tra documenti d’epoca e immagini surreali) proiettato
all’inizio, La guerra: il principio della fine di una civiltà, liberamente
ispirato a L’uomo senza qualità di Robert Musil… Forte di quel
che di tragico ci sta accadendo intorno oggi, e che rende queste pagine ancora
molto attuali, Leonetti ha puntato sulle atrocità della guerra, con scene che
vanno dalla violenza verso chi è critico sulla conduzione all’uso dei gas…
Scelta plausibile… Beatrice Palme e Camillo Marcello Ciorciaro si distinguono
nei due monologhi.
Quarta parete: .La tragedia satirica di Karl
Kraus, scritta in cinque atti con preludio ed epilogo, se dopo la
mastodontica impresa ronconiana restava irrappresentabile, ora con Leonetti che
l’ha smontata e rimontata secondo la sua lettura, è stata finalmente adattata
per il palcoscenico. E, di questo, dobbiamo dargliene atto. Eppure in teatro
ogni cosa è possibile, basta trovare il modo. Leonetti ci è riuscito, prima di
tutto sfoltendo il testo e riducendolo ad un atto di circa 75 minuti,
sacrificando molti argomenti, molti particolari, alcuni dei quali anche
ripetitivi, ma concentrandosi sul più generico discorso dei mali assurdi della
guerra e delle cause che sono sempre diverse da quel che le voci ufficiali
dicono al popolo. Leonetti sente l’esigenza storica di introdurre l’opera di
Kraus con un interessante video ispirato a «L’uomo senza qualità» di Robert
Musil, «affresco di una civiltà al tramonto: quella contadina, mentre la nuova
era industriale si impone con prepotenza»,«Gli ultimi giorni dell’umanità» è un
postulato coraggioso e irriverente che ci lascia attoniti … Leonetti estrae da
un testo immenso per metterne a fuoco, grazie anche al pregevole lavoro di
Giovanna Venzi che ha curato le luci, l’agghiacciante delirio di un’umanità
all’ultimo sospiro, utilizzando un’affiatata compagnia in cui spicca il
Criticone, interpretato da Camillo Marcello Ciorciaro, l’unico sopravvissuto a
quest’umanità disperata.