UNA SPECIE DI STORIA D'AMORE

di Arthur Miller - traduzione Masolino D'amico , Regia Gianni Leonetti
- Prima europea -
con Daniela Poggi e Lorenzo Gioielli 
Teatro dell'Orologio - Teatro In fiera, Messina -  1998

Daniela Poggi

Gianni Leonetti, Daniela Poggi



Repubblica:

“…siamo nell’America di Miller dove l’ingiustizia s’è fatta prevaricante e le uniche oasi paiono la sensualità vecchia maniera"


Il Tempo:

“…quel fantasma di Marilyn…Daniela Poggi ha alternato infantili momenti di allegria a squarci di cinica contemplazione della propria distruzione fisica e morale…teatro gremito con bel pubblico ed estremo interesse sia per il testo che per lo spettacolo e moltissimi ripetuti applausi per il regista e gli attori. E, forse inconsciamente, al ricordo di Marilyn…”


Il Messaggero:

“…raccontare un’altra Marilyn…il risultato è una tranche di teatro straniero da degustare come un film noir apprezzando ora la confessione autobiografica dell’autore, ora la ricerca esterofila della regia, ora gli attori ai quali tocca l’impegno pesante di recitare con l’aggressività deterministica di una scuola teatrale lontana dagli accademismi…”


Corriere della Sera:

“…grazie a una regia curata, attenta ai particolari, agli atteggiamenti e ritmi…Daniela Poggi porta a galla una sorta di naturale ingenuità in un’ Angela provocatoria e trepida, spaurita e violenta quanto violentata…gli è accanto Lorenzo Gioielli capace di costruire una tensione non superficiale…molti applausi…”


Gazzetta del Sud:

“…la regia di Gianni Leonetti mette in evidenza quell’andare e venire, quel salire e scendere tra sentimento e ragione, fra Angie e Tom e punta a raffigurare tra i due una vaga allusione di Miller alla sua esperienza matrimoniale con Marilyn Monroe…”


Rivista del Cinematografo:

“…Una specie di storia d’amore messo in scena dal regista Gianni Leonetti apparentemente è un giallo, ma in realtà è uno scontro di sentimenti e personalità…notevole l’impegno di Daniela Poggi nell’immedesimarsi un ruolo così drammatico, efficace nella situazione di oscurità reale e metaforica la scena ideata da Nicola Picchi…”